A Spazio81 è una presenza gradita quanto frequente: Maria Elisabetta Vallarino Gancia, in arte, semplicemente Betta Gancia, abita nel cuore del Tortona District, a due passi dal nostro laboratorio, così sia per esigenze professionali (collabora con noi anche come autrice per il nostro brand di carta da parati WallPepper Fine-Art), sia per amicizia, viene spesso a farci visita, e con la sua vulcanica personalità irrompe nelle nostre laboriose (a volte febbrili) giornate come una impetuosa folata di vento di tramontana. Erede di una delle famiglie che hanno contribuito a fare la storia del nostro Paese fu Carlo Gancia, uno dei suoi avi, a inventare lo champagne italiano, Betta si nutre di creatività quanto i comuni mortali di ossigeno. Nel corso degli anni ha percorso varie strade per dare respiro a questo suo continuo bisogno di esplorare i diversi modi di guardare al mondo: è stata stilista di tessuti per arredamento e anche interior designer, ma è nella fotografia che ha trovato lo stimolo e la risorsa più adatti alla sua personale ricerca. Come fotografa è dunque approdata a Spazio81 (i migliori, lo sapete, prima o poi arrivano qui) e con noi ha stabilito un solido rapporto di collaborazione, basato sull'amicizia e sulla stima reciproca. La squadra di Spazio81 è dunque al suo fianco ogniqualvolta deve affrontare la sfida di una nuova mostra, come è accaduto nei giorni scorsi in occasione di Artissima 2015, la principale fiera d'arte contemporanea in Italia, tenutasi a Torino dal 6 all'8 novembre.
La nostra Betta era presente con quattro opere che potete ammirare nella foto che correda questo articolo: si tratta di fotografie estremamente particolari, in cui la grande protagonista è l'oscurità, ma un'oscurità in cui la luce irrompe creando magiche spirali di colore, lampi, forme geometriche tanto vibranti da creare l'illusione del movimento.
«Ho cominciato a lavorare intorno a queste immagini anni fa, spinta da un forte desiderio, una curiosità insaziabile e l’aspirazione ad approfondire un progetto visivo che avevo già abbozzato tempo addietro, quando mi sono concentrata su immagini ugualmente ispirate alla natura e al mondo che mi circonda», spiega Betta Gancia. «In quel caso, l’oggetto del mio interesse di fotografa era il cielo. Il mio lavoro sulla luce e sulla notte ha in realtà una radice antica, che affonda nel fascino per la luminosità naturale, quella calda del sole che ci permette di vedere il cielo come una vivida e piena immagine del giorno. Quella sensazione che ci regala la vita. Per questo, dalla luce del giorno, dalla pienezza del cielo, ho pensato di concentrarmi sulla notte come assenza di tutta la luce possibile. Ma come riprendere la notte, come racchiudere in una foto la sua estrema intensità? La notte mi incuriosiva. Il suo buio mi sembrava la parafrasi di tanti concetti e tanti timori: la cecità, la solitudine dalle cose e dalle persone, la morte. Ma poi, da quel buio, da quel nero assoluto, nelle mie fotografie appare qualcosa. Forse una serie di tratti, bagliori improvvisi, linee discontinue che indicano, anche se a stento, una possibile strada e concedono una speranza di vita e di calore. Forse, di casa. La luce è la grande rappresentazione della vita. Ma la vita è dura, difficile, a volte cattiva. E il fondo nero delle mie immagini delinea bene questo pensiero. Certo, un improvviso lampo riesce a colorare il buio, a smentire il pensiero più nero e a bucarlo. Allora, improvvisamente, si prova un sentimento di speranza, di gioia e sì, di vita...».
Il critico Denis Curti ha così sintetizzato la ricerca di Betta Gancia: «Le sue fotografie nascono da ciò che l'immagine istantanea conserva nella memoria e nell'immaginazione di chi osserva il mondo, traducendosi in scie e punti luminosi che vagano all'infinito».
Le fotografie presenti ad Artissima sono state stampate da Spazio81 con tutta la raffinatezza della tecnica Fine-Art Giclèe su carta Museum Etching, una carta di altissima qualità in puro cotone, destinata al pubblico più esigente.